Ogni volta che esce un nuovo libro di Alice Basso per me è una grande gioia, e anche questa volta con: Una stella senza luce non sono rimasta delusa. Ecco la recensione!
Ormai Anita ha conquistato il cuore dei lettori meritandosi un posto vicino a Vani.
La ragazza è una dattilografa che ha iniziato a lavorare per rimandare un matrimonio di cui non è pienamente convinta e che nel frattempo sta scoprendo tanto su se stessa. Ah si, anche lei risolve casi d’omicidio. Al suo fianco nelle indagini c’è il suo capo Sebastiano, brillante scrittore e traduttore di gialli americani, che però deve scrivere dei racconti che sono delle schifezze per far credere di essere un vero fascista e non incappare nella censura della sua rivista. Infatti la storia è ambientata nella Torino degli anni ’30, un momento difficile per le donne e per i liberi pensatori. Questo era un breve recap (senza spoiler) di come è iniziata la storia.
Ed ecco come continua… Dopo aver imparato a conoscere i libri gialli e aver scoperto le scrittrici di questo genere non ci resta che passare al cinema. Torino per molto tempo è stata la Capitale di questo media, e tutti i film venivano girato lì, finchè i tempi non sono cambiati e la grande industria cinematografica si è spostata a Roma sconvolgendo le vite di molte persone, tra queste quella del famoso regista Luminari, che però ha un sogno: tornare a girare un ultimo film nella sua Torino e in qualche modo i nostri due protagonisti finiranno per essere estremamente coinvolti.
Il caso di omicidio
è atipico, anche perché succederà solo verso la metà del libro, ma risulta comunque ben ideato ed appagante.
Il contesto storico
è perfettamente studiato, ricco di dettagli e molto interessante. É stimolante vedere come le storie dei singoli vengano influenzate dai grandi eventi. Esplorare i dietro le quinte degli anni d’oro del cinema, con le dive, i set per le vie della città, l’arrivo del sonoro è stato estremamente affascinante. Ci sono anche tante citazioni di film nascoste nelle pagine, tenete gli occhi aperti!
I personaggi sono fantastici
Anita matura libro dopo libro facendoci vedere tutte le potenzialità che aveva ma teneva nascoste, Sebastiano è un comprimario meno brillante, ma interessante e complesso, perfetto nel duo. Alla fine del primo volume l’evolversi del rapporto tra i due (potete immaginare cosa succede) non mi aveva convinto, li vedevo bene come amici e basta, ma ora non posso fare a meno di sperare che abbiano il loro lieto fine, visto che nella storia c’è il trope che, quando viene scritto da qualcun altro, odio di più: il “triangolo” che in questo caso è quasi un quadrato…Ma che se lo scrive lei non mi infastidisce perché gioca con gli stereotipi e con i cliché (clisce come direbbe Anita) e lo rende divertente, fa la stessa cosa con i personaggi secondari, che nonostante seguano dei ruoli classici arricchiscono tanto la storia e fanno affezionare il lettore.
Lo stile
è ironico, brillante, scorrevole e coinvolgente. Lo adoro!
Come nei precedenti romanzi, la scrittrice ci lascia con un colpo di scena che mette subito voglia di leggere il seguito.
Ve lo consiglio tantissimo, come tutto il resto che ha scritto.
Lo avete letto? Che ne pensate di questa scrittrice? Trovate interessante le storie che parlano di cinema?