La regina degli scacchi è un libro di Tevis Walter, da cui è stata tratta l’acclamatissima serie tv su Netflix. Questa è la mia recensione.
Il libro era già stato pubblicato ma non si trovava più. Grazie a Mondadori da domani sarà di nuovo disponibile, in un’edizione con la cover che richiama il poster della serie.
Il titolo originale è: The Queen’s Gambit, che è un riferimento ad un tipo di apertura usata nel gioco: il Gambetto di Donna, sarebbe stato carino averlo anche nell’edizione italiana.
La storia racconta la vita di una bambina prodigio degli scacchi, orfana, di nome Beth Harmon, dai suoi otto anni ai ventidue, mentre lotta contro la dipendenza da alcol e psicofarmaci nel tentativo di diventare un grande maestro di scacchi.
Mentre guardavo le puntate della serie ho scoperto due cose: non è tratta da una storia vera ma da un libro, e mi è subito venuta voglia di leggerlo, anche se avevo qualche dubbio: le partite sarebbero state interessanti anche senza vedere le mosse? (così ben realizzate graficamente nella serie) la protagonista sarebbe stata così speciale anche senza la performance magnetica di Anya Taylor-Joy?
I miei dubbi si sono rivelati infondati, la storia funziona molto bene anche come libro.
Risulta molto scorrevole ed appassionante, grazie ad un’ottima scrittura e a periodi e capitoli abbastanza brevi.
Delle partite vengono descritte le mosse iniziali, le aperture e le varianti famose, poi viene spiegato in modo meno specifico gli altri movimenti principali sulla scacchiera.
È difficile capire le mosse fatte dai giocatori? Si, ma non è così importante farlo, ciò non renderà la storia noiosa ne farà perdere l’adrenalina che si crea durante il gioco. Più che le mosse quello che viene comunicato molto bene, fino a farle provare allo stesso lettore, sono le emozioni: la gioia per un trucco ben riuscito, la paura di perdere, il panico che blocca la mente, il sollievo e la delusione.
Il personaggio di Beth è molto interessante così come vedere il delicato equilibrio tra il suo talento e la dipendenza, nonostante abbia una vita e problemi molto diversi da quelli che ha la maggior parte di chi legge, ci si affeziona subito a questa strana bambina e molte volte si proverranno dei sentimenti molto forti che per un attimo faranno dimenticare che è un personaggio di un libro.
Il finale mi è piaciuto molto, soprattutto l’ultima scena, l’autore ha scelto un ottimo momento per chiudere la storia.
Mi piacerebbe molto leggere altro di Walter.
Trovo la trama di questo romanzo molto curiosa.
Certo il fatto che la protagonista lotti contro la dipendenza da alcool e psicofarmaci risulta un poco deprimente. Sinceramente mi ispira il libro più della serie.
Si, non è una situazione felice, però la storia non risulta pesante. È molto coinvolgente ed emozionante 😉
voglio leggerlo. non ora perchè non ho tempo, ma a conti fatti visto che la serie mi è tanto piaciuta vorrei scoprire similitidini e differenze
I due sono abbastanza simili. Ma è stato bello tornare nella storia e rivivere quelle emozioni.
Ti auguro delle buone letture!
Devo assolutamente leggerlo! Ce l’ho in lista da quando ho scoperto l’esistenza della serie tv e mi ispira troppo.
Dal punto di vista degli scacchi capirò poco o nulla, ma se mi dici che la lettura è comunque molto coinvolgente, allora non mi preoccupo. Poi il fatto di trasmettere al lettore le emozioni date dalle mosse fatte la ritengo una cosa molto affascinante, apprezzo quando ci si concentra tanto sui personaggi e su cosa provano. E beth sembra un personaggio estremamente interessante.
Quanto ho amato questa serie! 😍 Mi capita pochissime volte ma appena ho finito La regina degli scacchi avevo già voglia di rivederla da capo. È una storia fantastica ed è raccontata divinamente, con il giusto ritmo e i giusti modi. Sbagliare sarebbe stato un attimo, ricadendo nello specifico tecnicismo che avrebbe annoiato, invece è tutto così ben equilibrato! Inutile dirti che anche io mi sono fiondata sul libro, però confesso di non averlo ancora letto. La curiosità comunque è alle stelle perchè voglio capire se l’ottima riuscita è tutta merito della potenza del racconto oppure della rielaborazione in immagini.