Vi avviso: mi è tornata la voglia pazza di leggere Pennac, e lo sapete, che quando inizio sono un po ossessiva, quindi è probabile che vi recensirò un po di suoi titoli, ma non vi preoccupate sto leggendo anche altro.
E’ domenica sera e Galvan sostituisce un collega al pronto soccorso, la sala d’aspetto è piena e il medico gestisce con perizia un paziente dopo l’altro. La sua ambizione di fare il medico non viene dal fatto di essere figlio di due dottori o dalla grande voglia di salvare le persone, ma da uno strano sogno:
avere un biglietto da visita perfetto.
Quella notte, però tutto sta per andare perduto, un paziente, che ad una prima occhiata non sembra avere nulla di grave, cade per terra sbattendo la testa. Subito, Galvan fa la sua diagnosi, che però sembra sbagliata, infatti il paziente manifesta dei nuovi dolori, un altra prognosi e, di nuovo, i sintomi cambiano, così per tutta la notte, gli specialisti si consultano ma nessuno riesce a capire cos’ha, fino alla fine del libro, quando arriva la spassosa soluzione.
Ma le sorprese non finiscono qui, infatti, il lettore nell’ultima pagina scoprirà a chi Galvan ha raccontato la sua lunga notte.
Lo stile è molto fluido e appassionante, la storia, anche se parecchio strampalata, risulta allo stesso tempo realistica, e non si vede l’ora di arrivare alla fine.
Il tutto è condito da molta ironia e divertimento.