New York City. Rivendite clandestine di alcolici e shopping. Spettacoli a Broadway e palazzi del cinema. Di notte, avrebbe ballato al Cotton Club. Le giornate le avrebbe trascorse con Mabel Rose, la cara vecchia Mabesie, che viveva nel palazzo di suo zio Will. Lei ed Evie si erano conosciute
quando avevano nove anni ed Evie e sua madre erano andate a New York per alcuni giorni. Da quel momento le due ragazzine erano diventate amiche di penna. Durante l’ultimo anno la corrispondenza di Evie si era ridotta a qualche biglietto sporadico, sebbene Mabel continuasse a mandarle regolarmente delle lettere, la maggior parte delle quali parlava dell’affascinante assistente dello zio Will, Jericho, che di volta in volta era «dipinto dai pennelli degli angeli» o «una riva lontana sulla quale spero di approdare». Sì, Mabel aveva bisogno di lei. Ed Evie aveva bisogno di New York. A New York poteva reinventarsi. Poteva essere qualcuno. Fu tentata di lasciarsi sfuggire un precipitoso sì, ma conosceva bene sua madre. Se Evie non l’avesse fatta apparire come una punizione da sopportare, come se avesse “imparato la lezione”, sarebbe rimasta piantata a Zenith, a scusarsi con Harold Brodie, nonostante tutto.
Sospirò e mise insieme la giusta quantità di lacrime – troppe, rischiava di farli intenerire. «Penso che sarebbe un’idea sensata. Per quanto non so che cosa farò a Manhattan con un vecchio zio scapolo come chaperon e tutti i miei più cari amici qui, a Zenith».
«Avresti dovuto pensarci prima», commentò secca sua madre, con le labbra atteggiate a una compiaciuta espressione di trionfo morale.
Evie trattenne un ampio sorriso. Come rubare le caramelle a un bambino, pensò.
Chi di voi lo sta leggendo?che ne pensate? se il vi ha colpiti trovate la trama qui . Buone letture!!!