Un eroe ribelle di Rainbow Rowell, è il seguito di Carry On, che a sua volta è lo spinoff di Fangirl. Tutto chiaro, no? Ecco la mia recensione.
Vi ricordate di Simon e Baz? Il mago e il vampiro. Di Agatha e Penelope? Della scuola di magia di Watford? Del Tedio e dell’Arcimago?
Spero di si, perché la coppia più adorabile del mondo magico è tornata.
Un eroe ribelle (titolo originale: Wayward Son) ci racconta cosa succede agli eroi dopo la fine di una battaglia. Quando tutti i mostri sono stati sconfitti e l’adrenalina smette di scorrere nelle vene.
SPOILER:
Dopo Carry On Simon ha perso tutti i suoi poteri di mago, però ha guadagnato un paio di ali e una coda da drago accompagnati da una poco piacevole depressione.
In questo secondo volume se ne sta tutto il tempo sul divano, mangiando schifezze e non prendendosi cura di se, per di più ignora Baz e il legame che si era creato tra loro.
Per smuovere la situazione, Penelope organizza un viaggio on the road per l’America, con la scusa di andare a trovare Agatha.
Ovviamente, le cose non filano lisce come pensava la ragazza, l’America è un posto meraviglioso ma anche terribile (e non perché mettono l’ananas sulla pizza), dove la magia è diversa (è geniale come vengono gestite le formule per gli incantesimi) e ci sono creature molto pericolose e nuovi (ma non così tanto nuovi) nemici da sconfiggere.
Era tanto che volevo leggere questo libro, e l’ambientazione on the road non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo, a lettura conclusa, nonostante alcuni problemi, posso dire che mi è piaciuto.
Il libro è molto scorrevole, appassionante e i personaggi di Baz e Simon fanno sempre emozionare (sia felicemente che tristemente), mi hanno fatto ridere e in un po’ di scene ho avuto gli occhi a cuoricino (anche se da Fangirl ne avrei volute molte di più).
La storia è raccontata in prima persona dai vari protagonisti, abbiamo dei capitoli brevissimi in cui si alternano i punti di vista di Simon, Baz, Penelope, Agatha e di un nuovo personaggio.
Questa scelta, anche se ne capisco la motivazione, non mi ha entusiasmato molto, perché spezzetta troppo la storia sbalzando il lettore da un POV all’altro nel momento culmine, però dall’altra parte ci da immediato accesso ai pensieri dei ragazzi, cosa molto interessante e spesso divertente.
Ho apprezzato lo spazio dato a Baz in questa storia, ha rubato la scena a Simon, e l’approfondimento della sua natura. Vorrei saperne ancora di più.
Carina anche come si è sviluppata la sua amicizia con Penelope.
La trama è meno corposa del precedente ma non noiosa, e la scelta dei nemici, azzeccata, con più spazio sarebbe stata eccezionale, anche perché vengono buttate li e dimenticate così due o tre informazioni veramente WOW.
Il romanzo finisce, mettendosi in mezzo ad un momento dolce, che crudeltà XD e lascia apertissima la storia. Speriamo di non dover aspettare troppo per avere l’ultimo libro (Any Way the Wind Blows).
Tirando le somme, mi è piaciuto più Carry On, ma anche questa è stata una storia carina.
Che ne pensate? Volete leggerlo?