Ieri ho visto in anteprima il film: A un metro da te, da cui è tratto l’omonimo libro scritto da Rachael Lippincott, la cui data d’uscita italiana nei cinema è fissata per il 21 marzo.
I protagonisti della storia sono Will e Stella due ragazzi malati di fibrosi cistica, interpretati da Cole Sprouse e Haley Lu Richardson, che si innamorano nonostante debbano rimanere sempre ad almeno due metri di distanza per evitare di trasmettersi tra loro dei batteri che potrebbero ucciderli.
I due hanno caratteri del tutto opposti: Stella segue in modo coscienzioso tutte le sue terapie per avere maggiori probabilità di sopravvivere quando gli verranno trovati dei polmoni per il trapianto, Will invece è rassegnato, vorrebbe non sprecare il tempo rimastogli stando in ospedale, ma ognuno influenzerà l’altro cambiandogli la vita.
In questo caso è il libro ad essere tratto dal film, quindi le differenze sono minime, giusto qualche battuta diversa, un po’ il finale e il fatto che nel romanzo i capitoli alternano la narrazione dal punto di vista dei due protagonisti.
Nel complesso il film/libro risulta carino, con dei bravi attori e ha sicuramente il pregio di far conoscere ai lettori/spettatori la fibrosi cistica e a sensibilizzarli su questa malattia per cui ancora non esiste una cura definitiva .
Però la storia in se risulta banale, già sentita in altri libri e film solo con un una malattia diversa (ho visto un episodio di Grey’s Anatomy quasi uguale).
Succede tutto quello che ci si aspetta, senza sorprese.
A un metro da te, strappa qualche risata senza però avere l’ironia di Colpa delle stelle, e se non si è troppo cinici anche qualche lacrima.
Non ho apprezzato la seconda parte del film, soprattutto la scena del laghetto, in quanto inserisce a forza dei colpi di scena in modo poco intelligente. Credo che noi lettori ci meritiamo di più [spoiler] di un laghetto ghiacciato che si rompe e di quella specie di massaggio cardiaco -_-
E da qui in poi si inizia a perdere un po’ di empatia verso i protagonisti e anche il finale non convincere fino in fondo, nonostante il messaggio positivo alla Carpe diem.
Si può fare di meglio.
Fatemi sapere con un commento se avete letto il libro (qui potete trovare le prime pagine), come vi è sembrato e se andrete al cinema 😉